Carlo Maria Martini

E' noto che ESISTE una DIFFERENZA tra ISOLAMENTO e SOLITUDINE.
L'ISOLAMENTO come tale ha un carattere NEGATIVO: è l'uomo che vive DISPERATAMENTE SOLO, magari in mezzo alla gente, ove comunque si sente non compreso e fallito;
al CONTRARIO, la SOLITUDINE per ogni uomo, anche per l'uomo moderno, è un VALORE          FONDAMENTALE.
Ciò vuol dire che c'è un MOMENTO in cui L'UOMO GIUNGE a RICONOSCERE che NIENTE lo SODDISFA davvero, che TUTTI i suoi metodi, TUTTE le sue esperienze, TUTTE le sue speranze hanno SODDISFATTO SOLO FINO a un CERTO PUNTO:
RIMANE ancora un VUOTO,
un VUOTO che SOLTANTO
DIO PUÒ  COLMARE.
È UN'ESPERIENZA che NON si FA QUANDO ancora le COSE si ACCAVALLANO una SULL'ALTRA e si CONTINUA a SPERARE che ciascuna di esse RIEMPIA quel vuoto.
Ma QUANDO SOPRAVVIENE
lo SCACCO, ALLORA ci si viene a TROVARE in quello stato di attesa e di vigilanza che fu lo STATO di MOSÈ per 40 ANNI.

Ed ecco la SOLITUDINE di MOSÈ. Egli LASCIA che TUTTA la delusione, il dolore, la rabbia vengano a galla;
NON maschera né sopprime TUTTE queste cose,
MA ANZI le AFFRONTA,
perché NON ha più PAURA
               di GUARDARE
nella SUA VITA.

 

Parrocchia in dialogo

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